Fulvia Grandizio

There is a deep bond between the natural world and the mind expressed through the photography by Alessio Guarino. His view on his surroundings captivates the link between gardens and the landscape, underlining the distance between designs that are natural and what is artificial. Guarino employs light as his accomplice: sharp at first to define the outlines of the homes and the trees against the skies billowing with Baroque clouds; then soft in the brush-strokes of shadows against the vegetated texture of lawns, leaves, hedges… His shots do not represent the landscape, they belong to it. If there is an interpretation to be had, it is that the observers are guided to the comprehend the thought process that oriented the design choices of Porcinai. This talented photographer possesses the intrinsic instinct that evokes ancestral images, comparing the anthropized landscape of the Tuscan countryside to the controlled-designed arrangement of the gardens. And consequently, by observing the images, observers find themselves locked in the mind of the garden landscaper who has ‘listened’ to the site and intercepted the genius loci. Like a game of Chinese boxes, they will enter the minds of generations of the Men who have molded the natural surroundings of the garden, those who have simply enjoyed the beauty or those, like Guarino, who have extracted their artistic inspiration; heavy with expressed and occult meaning, the observer will also become a part of the future of the surroundings.”

Text by Fulvia Grandizio

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C’è fusione profonda tra mondo naturale e mondo mentale nella fotografia di Alessio Guarino. Il suo sguardo sa cogliere il legame tra giardino e paesaggio, suggerire lo scarto tra naturalità e artificio progettuale. Guarino fa della luce la sua complice inconsapevole: ora cruda nello stagliare i profili delle dimore e degli alberi contro cieli di nuvole barocche, ora morbida nel pennellare le ombre sulle texture vegetali di prati, foglie, siepi. I suoi scatti non rappresentano il paesaggio, ci sono dentro. Se c’è interpretazione è nel guidare l’osservatore nella comprensione del procedimento di pensiero che ha orientato le scelte progettuali di Porcinai. Il fotografo possiede l’istinto di evocare immagini ancestrali, mettendo a confronto il paesaggio antropizzato della campagna toscana con il paesaggio “controllato”- progettato del giardino. E così, osservando le immagini, ti ritrovi a immedesimarti nella mente del progettista del giardino quando ha “ascoltato” il sito per coglierne il genius loci e, come in un gioco di scatole cinesi, nella mente delle generazioni di uomini che con la loro opera hanno plasmato l’ambiente naturale che accoglie il giardino, di quelli che ne hanno semplicemente goduto la bellezza o che, come Guarino, ne hanno tratto ispirazione artistica e, colmo di significati espressi e taciuti, diventi anche tu parte del divenire del paesaggio.

Testi di Fulvia Grandizio